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culture
10 Marzo 1996
Lettera per una rivista meridionale
Un discorso radicale, ovvero che ha a cuore le radici, i luoghi del suo esplicitarsi, mi appare sempre più come l'unico gesto di buon senso oggi possibile. Esso non può immaginarsi altro che discorso ideologico
18 Febbraio 1996
La seconda volta, di Calopresti
Lasciare da soli i terroristi alla loro memoria (o alla rimozione della loro memoria) è la cosa più terribile che si possa fare a maggior ragione dal punto di vista delle vittime. Calopresti ha così fatto un film plausibile (e lo si vede anche dai dettagli)
15 Febbraio 1996
Smoke, di Wang e Auster
Film di scrittura e di parola quant'altri mai, della parola usata per chiacchierare di baseball o di sigari, di aneddoti su Stalingrado assediata, la letteratura, come lingua narrata, tracima dalle immagini, l'aneddoto viene agito fino in fondo come non-storia
07 Febbraio 1996
Lo zio di Brooklyn, di Ciprì e Maresco
Il dialetto è strettissimo, strascicato, incomprensibile, ed ecco i sottotitoli in italiano (lo avevano consigliato a Martone), ma appunto non c'è più lingua comune. Solo i rutti e i peti, le scorregge e le flatulenze risuonano, parlano
11 Agosto 1995
Avanti popolo!
Il provvidenzialismo manzoniano, quel sogno d'una cosa che riesce a comprendere il naturalismo della descrittività e il senso divino (escatologico) dell'esistenza, la feroce crudezza del reale e l'imperscrutabile disegno d'una religiosità (storicità) che sta oltre il sensibile, questo è la lingua popolare italiana. Soprattutto, direi, è la sua intraducibilità (o il suo esser di gomma, come diceva Calvino)
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