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19 Luglio 2002
Chi ha ucciso Gene Kan?
Il 29 giugno è morto Gene Kan, giovanissimo e uno dei programmatori più geniali e brillanti al mondo. Aveva lavorato allo sviluppo di Gnutella, uno dei programmi open source per ampliare lo scambio peer-to-peer, tra un navigatore e l'altro: tra i successi del peer-to-peer ormai conosciuti da tutti c'è quello dello scambio di file musicali, che non pochi grattacapi ha dato alle grandi major discografiche con il caso Napster. Ma Kan intravedeva nel peer-to-peer molte altre cose: lo sviluppo della democrazia, per esempio. Kan era uno che considerava il capitalismo come una "regola" ormai parassitaria del vivere comune e superabile - in un'intervista, rivolto alle major discografiche disse: "Sorry... You're obsolete!!!" -, che diceva di sé "guadagno cifre esageratamente ridicole" e spendeva i suoi soldi comperando fantastiche BMW e Porsche come oggetti dell'estetica da tenere in garage o mostrare sul proprio sito, che si interrogava sul conflitto arabo-israeliano imputando a Sharon idee demenziali.
La morte di Kan è stata dichiarata per suicidio, molti suoi stessi amici lo sapevano depresso. Ma in rete - e se ne discute dappertutto - una buona parte è convinta d'altro [c'è anche qualche merdoso razzista che fa battute perché Kan era cino-americano]. Qualcuno ha fatto fuori Gene Kan. Per dirla con le parole di anonimi mailer: "the whole thing is a conspiracy". Ora, certo, questa può essere una reazione umana a qualcosa che non si vuole accettare, quel mal di vivere che nessuna realizzazione inventiva, nessun riconoscimento economico riesce a placare. Ma c'è dell'altro. Se uno qualunque, uno che non frequenta quello strano mondo un po' mattoide e genialoide dei programmatori, prova a figurarseli, io credo che ne verrebbe fuori un ritratto vicino a quello degli amici freakettoni e super-hacker di Fox Moulder degli X Files: un gruppo di giovanotti capaci di violare qualsiasi segreto tecnologico, di reperire qualsiasi informazione, di preparare qualsiasi trappola per fregare le corporation e il governo e le sue dannate agenzie: già, perché è sempre quello il punto, le dannate agenzie americane, dei colpi di stato in tutto il mondo, delle guerre inventate, dei segreti terribili di esperimenti nefandi sugli uomini, delle palle raccontate quotidianamente attraverso giornali e tv: un mondo letto solo come uno sporco complotto in cui non devi mai credere una parola di quel che ti viene raccontato.
Il fatto è che questa romanzesca visione - patologica, esagerata, esasperata -… è spesso desolatamente vera: cioè, le dannate agenzie fanno davvero colpi di stato un po' dovunque, sporche guerre, ci raccontano frottole, hanno segreti inenarrabili.
Ci stiamo abituando a capire che il male esiste davvero. Ecco, ci sono anche i cattivi nel mondo: i cattivi sono loro, sempre quelli, sempre gli stessi. Per batterli, ci vogliono i Neo e i Morpheus di Matrix, gli hacker freakettoni di X Files, e i Gene Kan.
Per riconoscerli, i cattivi, questi alieni che sono fra noi, che hanno occupato la nostra Terra, le nostre città, le nostre vite, che si sono clonati come ultracorpi, ci vogliono gli occhiali speciali di They live di Carpenter, quelli che permettevano di leggere sui cartelloni pubblicitari sui palazzi cosa ci fosse scritto davvero, dietro, nel codice sorgente di immagini patinate e sorridenti: "Obey", obbedisci. Ci vuole la scelta giusta della pillola che ti offre Morpheus, una per dimenticare, una per sapere. Ci vuole la sconsiderata e dispersiva intelligenza e sensibilità dei Gene Kan.
Perciò, lo sappiamo tutti chi ha ucciso Gene Kan. Sono sempre loro. I cattivi. Maledetti.

Roma, 19 luglio 2002
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